Rieti-Vigevano, una sfida dal sapore antico


È arrivata l’ora di un’altra sfida dal sapore di amarcord: Rieti contro Vigevano. Una sfida che è anche una riedizione recente delle finali di serie B a Ferrara. Una sfida tra due neopromosse: Vigevano salita sul campo, Rieti tramite l’acquisto del diritto sportivo di A2 di Mantova. Una sfida tra due squadre dalle diverse ambizioni: Rieti sicura di andare ai play-off, Vigevano che sarà in lotta sino alla fine per la salvezza. Due squadre che arrivano a questa sfida con differente morale: Vigevano sulle ali dell’entusiasmo issatasi all’ottavo posto con due larghi successi consecutivi e con un letale agente Smith nell’ultimo, Rieti quarta a 10 punti ma con che dalla seconda giornata alterna una vittoria a una sconfitta, una vittoria a una sconfitta e via di loop.

Questa, da alternanza, dovrebbe essere una vittoria al PalaSojourner (record 3-1), ma in questi alti e bassi perché non provare a giocarsela nel sin qui miglior momento stagionale dei ducali?

I punti cardine di una Real Sebastiani dalle ampie rotazioni sono i due americani. L’asse play-pivot. Il primo è Johnson (1996), fromboliere che da tre anni in questa categoria sfiora 20 punti ad allacciata di scarpe, terzo peggior tiratore da fuori di un roster al primo posto per distacco in questo fondamentale (45%), ma va detto l’ex Rimini tira col 41%...La sola nota negativa di questo atleta, anche miglior assistman di squadra (3.4), è il rendimento delle ultime quattro giornate: 23% da tre con 6/23 e 38% da due 10/26. Il secondo è Hogue (1992), centro da 198cmx100kg, noto in Italia per le annate a Trento con due Finali Scudetto nel biennio 2016-2018, un elemento monodimensionale con tre doppie-doppie già a referto per 12.4 punti e 8.4 rimbalzi (3° nel girone) di media con un sontuoso 67% in area e un modesto 55% ai liberi.

Sotto canestro è affiancato da Italiano (1991), alla nona stagione in A2, di cui quattro spese alla Fortitudo, atleta di sicuro affidamento come Raucci (1990), ala piccola dallo stesso numero di stagioni in questo campionato, di cui due da suo compagno a Bologna, abile collante che porta fisicità in difesa. Il quintetto iniziale è completato da Piccin (2002), guardia al terzo anno a Rieti e unico superstite della scorsa stagione.

Dalla panchina possono pescare Ancellotti (1988), centro da 212cmx100kg, intimidatore puro (2° stoppatore del girone) dal 66% in area, Nobile (1995) guardia d’ordine per cinque stagioni a Udine, Petrovic (1999) ala grande serba di formazione italiana, reduce da tre annate in doppia cifra in A2, che spara col 50% (11/22) dall’arco e Spanghero (1991), play e sesto uomo di lusso con due promozioni in A nel curriculum con Trento e Verona, terzo giocatore in doppia cifra della squadra (11.1) in soli 20’ di impiego con un micidiale mix di penetrazioni al 56% e tiri pesanti dal 49% (19/39).

La differenza sostanziale tra l’attacco della Real Sebastiani Rieti e quello della Elachem Vigevano è tutto nella resa da fuori: le due squadre prendono gli stessi tiri (25.2), ma i granata ne realizzano 11.4 (45%) contro gli 8.4 (33%) dei gialloblù. Per il resto hanno numeri simili che addirittura combaciano nelle perse (14) e negli assist (15) e con un deficit dei laziali a cronometro fermo (11esimi con il 68%).

PUNTO FORTE: Il rendimento interno unito alle capacità balistiche dalla lunga distanza.

PUNTO DEBOLE: Il momento ondivago di Johnson.